Il Grande potere
di Sonia Pozzi
- 1.
Lara è una ragazza con poteri straordinari che non sa di avere. Tutto inizia con la scoperta di un mondo fantastico ed immaginario che credeva esistesse solo nelle favole. Ci sono gnomi diabolici, demoni, fate e un Albero Magico. Ma è quando incontra Patrick, che tutto il suo mondo viene stravolto e con lui, il suo essere. Pronti all’avventura?
Sonia pozzi
/ Author
Leggi le prime pagine...
Il grande albero è magnifico. I suoi secoli di vita potrebbero raccontare mille storie, se solo si trovasse il modo di farlo parlare. Per avvolgere del tutto il suo tronco non bastano quattro uomini, la chioma è talmente grande da coprire un’area di trenta metri quadrati.
Il canto dei grilli accompagna il silenzio della notte.
Con la coda dell’occhio Lara vede un movimento veloce intorno al tronco dall’albero che tutti chiamano il Grande.
Gira immediatamente la testa nel tentativo di capire cosa ci sia.
Ha un po’ paura, senza Kis, bellissima esemplare di pastore tedesco, non si sente tranquilla quindi si alza, fa il giro completo dell’albero ma non vede nulla.
Pensa subito alle storie che alcuni raccontano, di folletti ed elfi degli alberi; si ripete, però, che sono solo storie.
Si sdraia nuovamente sull’erba fresca, chiude gli occhi ma non riesce a rilassarsi veramente, quindi vista anche l’ora ormai tarda e il buio che aumenta, entra in casa.
Proverà ad aspettare Kis a letto; è sicura che se si addormenta, lei la sveglierà con belle leccate.
Freddo, bagnato…
Non si spaventa perché sa cosa significa: Kis è arrivata.
Evvivaaaaa!
Si sposta per farla salire sul letto.
Si scambiano coccole entusiastiche, si sdraiano e in pochi minuti si addormentano abbracciate.
Un raggio di sole entra dalla finestra. Kis è sveglia da un po’, ma si gode ancora il morbido materasso e il calore di Lara.
La prima cosa che fa Lara al risveglio è portare Kis in cortile, senza nemmeno lavarsi il viso, ma tanto chi vuoi che ci sia a quell’ora!
Ovviamente immediatamente, una voce maschile rompe il silenzio: – Ciao Lara, buongiorno. Hai dormito bene? –
La ragazza annuisce con la testa arruffata, poi seppur debole, il sorriso le sfiora le labbra. Daniel si avvicina.
È il figlio di uno dei guardiani della proprietà, hanno la stessa età e si conoscono da tutta la vita, ma in questi ultimi tempi a Lara non piace farsi vedere così poco in ordine e trasandata. Non capisce perché e non riconosce quale sia il fattore scatenante di questo suo cambiamento, ma sa che non vorrebbe sentirsi così. Cerca di ignorare il disagio, si impone di far finta di niente e va incontro a Daniel per salutarlo, mentre Kis continua con le sue faccende.
Daniel alza il viso verso il grande sasso che sovrasta la valle. Le montagne sono nulla in confronto alla sua maestosità.
È enorme. È talmente alto, che spesso le nuvole restano incastrate sulle sue cime e impiegano anche ore, prima di riuscire a dissolversi e lasciare alle persone la possibilità di ammirare le sue sommità.
– Anche questa mattina le nuvole sono bloccate sulla cima del Sasso Re. Vediamo quanto ci mettono a lasciarlo oggi -.
Una luce divertita si accende negli occhi di Lara.
La sfida è iniziata e danno il via alle scommesse. Sono anni che Lara e Daniel fanno questo gioco, per loro talmente divertente che nemmeno non riuscire ad indovinare li fa desistere.
Discutono per parecchi minuti poi Lara dice: – Allora siamo d’accordo, per me alle quattordici e per te alle sedici. Vediamo chi vince questa volta -.
Con un sorrisino malefico Lara richiama Kis. È convinta che questa volta la vittoria sarà sua. Sono vent’anni che abita lì e da almeno dieci fa quel gioco. Peccato che lo stesso valga anche per lui… la sfida, come sempre, si prospetta divertente.Daniel guarda la schiena di Lara mentre si allontana. Un sorriso spontaneamente si disegna sulle sue labbra.
– Lara muoviti! È ora della tua lezione, sbrigati altrimenti farai tardi anche oggi -.
La scuola è finita e, per Lara ci sono le lezioni di musica che i suoi genitori vogliono che segua.
– Uffa, odio quelle noiose lezioni di violino. Sai, vero, dove butterei quello stupido e inutile aggeggio? –
– Sì sì, lo so, giù dalla Rupe dei Lupi, ma non si può. I tuoi genitori dicono che saper suonare uno strumento ti sarà utile nella vita -.
– Sì, certo, come no – sbuffa Lara.
Rassegnata, afferra la custodia di cuoio, bacia Mira, la sua amata tata, ed esce.
Il sole è ancora dietro le montagne, ma il cielo è sereno e si prospetta una bella e calda giornata, infila a tracolla il violino, sale sulla bicicletta e pedala veloce.
Il vento fresco, quasi freddo del mattino le accarezza il viso e la sveglia del tutto mentre pensa alle tre ore di lezione che l’aspettano… saranno lunghissime. Si concentra allora su quando tornerà a casa e al giro nel bosco che farà con Kis. Non vede l’ora di essere in mezzo agli abeti secolari che tanto adora.
La discesa del ritorno è bellissima. La bicicletta prende velocità e senza pedalare Lara percorre in fretta metà della strada che la divide da casa mentre sente i suoi boccoli mori che volano nel vento, si gode la sensazione dell’aria in mezzo ai capelli.
L’impressione di un movimento fulmineo alla sua destra la distrae per un momento ma non distingue nulla, quindi riporta nuovamente l’attenzione alla strada che scorre veloce.
All’entrata del grande giardino di casa, Lara passa veloce accanto a Daniel in sella al suo cavallo da tiro.
Quando sono a pochi metri lui alza il braccio e le sorride mentre indica il Sasso Re:
– Questa volta vincerò io, Lara -. Grida mentre si allontana sulla scia della sua risata.
Lara entra in casa sghignazzando.
Kis l’accoglie con la sua solita gioia: salta, lecca e guaisce di felicità e impazienza per la passeggiata che Lara non le farebbe mancare per nulla al mondo.
Lara appoggia il violino, afferra una pagnotta di pane fresco appena sfornato da Mira e si lancia fuori con Kis che salta cercando di morderle per gioco le mani.
In pochi minuti raggiungono i primi enormi alberi. I profumi e i colori sono indescrivibili. Le felci accarezzano le caviglie di Lara e il tappeto degli aghi caduti dagli abeti è molto morbido. È incredibile il senso di libertà e pace che emana quel luogo. Così immersa nella natura le è impossibile non sentirsi parte integrante con essa.
Sono circa le tredici e Lara butta l’occhio verso il Sasso Re. Le nubi si sono spostate molto, rispetto al mattino, ma le code nuvolose aleggiano ancora sulla cima.
Solo un’ora per vincere la scommessa.
Sorride.
Hans e Bea, il papà e la mamma di Lara, entrano in casa. Sono seri. Qualcosa li preoccupa.
Lara non lo nota mentre corre da loro e li accoglie con il suo contagioso entusiasmo. Li bacia. Sorridono così da mascherare la preoccupazione. Almeno per il momento sono riusciti a nascondere le loro vere emozioni.
Che bella l’ora di pranzo, quando tutti rilassati si fermano a chiacchierare!
Mira entra con il primo vassoio e come d’abitudine, sistemata la portata, si siede con loro. Hans e Bea le sono riconoscenti per l’enorme aiuto che Mira dà, lavorando nella loro casa, e lei non è solo una semplice domestica, ma è parte della famiglia. Desiderano mangiare e trascorrere il tempo dei pasti tutti insieme.
È mentre mangiano che Lara si accorge dei visi tirati dei suoi genitori e non può trattenere la domanda:
– Cos’è successo? –
La madre risponde con un mezzo sorriso: – Nulla… nulla d’importante -.
Lara resta in silenzio un attimo, poi insiste: – Mamma, lo sai che non sei brava a mentire, dai dimmelo!-
Hans guarda la moglie, e lei gli fa cenno di rispondere al suo posto: – Stanno succedendo cose strane, c’è chi parla di avvistamenti di particolari creature. Sono creature buone, magiche, ma gli esperti e gli anziani dicono che esse appaiono ogniqualvolta si prepara il ritorno di esseri malvagi. Folletti, elfi e fate sono strettamente collegati a demoni. Se ci sono questi ultimi, quasi sicuramente ci devono essere anche i primi. Stiamo cercando di capire quanto ci sia di vero e quanto questi siano solo i racconti che si tramandano in paese -.
Lara sposta lo sguardo dal padre alla madre ripetutamente, è confusa: il nonno le aveva raccontato di fate, elfi e folletti, ma pensava che fossero solo le storie che i nonni raccontano ai bambini. Ora, invece, si trova davanti alla preoccupazione dei suoi genitori. Annuisce ma resta in silenzio, non sa cosa dire. Ripensa alla percezione di presenze e ai movimenti veloci che le sembrava di aver visto: quella della sera prima sotto al Grande e quella ai margini della foresta mentre tornava a casa in bici, ma non dice nulla per non preoccupare di più i suoi genitori e… per paura di apparire stupida, nel caso si rivelassero solo voci di paese.
Ore quattordici il Sasso Re è quasi del tutto privo di nubi, ma non è sufficiente per vincere la scommessa.
Ore quindici: è completamente visibile da tutti e quattro i punti cardinali.
Nessuno ha vinto la scommessa.